Nell’immaginario collettivo la maternità è un evento connotato sempre e solo in senso positivo, ma la futura mamma si trova spesso in difficoltà, e spesso è in imbarazzo, a rivelare alle persone che la circondano i problemi, le preoccupazioni, le paure e le ansie che prova.

E’ importante conoscere anche tutti questi aspetti perché è in gravidanza che possiamo fare la prima grande prevenzione e quindi se conosciamo questi aspetti, si dà modo alle persone di riconoscere che forse si ha un problema, rendendo cosi per noi individuabile la popolazione a rischio al fine di implementare i fattori di benessere psichico, ossia individuare i fattori di rischio per poi agire su quelli protettivi.

Non deve essere più un tabù affrontare argomenti che parlano del lato più oscuro della maternità, come il baby blues e la depressione post partum.

Il baby blues è un disturbo emozionale transitorio, colpisce una altissima percentuale di neomamme a distanza di 3/4 giorni dal parto, dura 2/3 settimane, quindi generalmente passa da solo, ed è caratterizzato da tristezza, frequente voglia di piangere,  stanchezza, ansia, ipersensibilità, difficoltà a concentrarsi o confusione mentale.

La depressione post-partum, che può instaurarsi sui sintomi del baby blues che non recedono spontaneamente, si presenta con un abbattimento dell’umore, pensieri inevitabilmente negativi che portano a sentimenti di inadeguatezza relativi proprio alla maternità, ad esempio le mamme sentono di non riuscire a cogliere il pianto del bambino nei suoi significati, sensazione d’incompetenza e disperazione, collera, ipersensibilità, ansia che rende i pensieri potentemente preoccupanti o catastrofici, forte vergogna di provare tutto questo, disturbi del sonno come per esempio difficoltà a addormentarsi per rimuginii o risvegli durante la notte o risvegli molto precoci. Vero è che nel post partum il sonno è interrotto spesso dall’allattamento, ma il sonno per chi non ha questo problema anche se breve riesce comunque a essere rigeneratore, mentre in questi casi non lo è mai, e poi anche disturbi dell’appetito. Tutto questo porta a delle ricadute comportamentali come la trascuratezza verso se stesse e verso il bambino.

Sono stati individuati dei fattori di rischio che, se riconosciuti in tempo con un intervento precoce possono far sì che si prevenga la patologia.

I fattori di rischio più frequenti sono: una storia psicopatologica pregressa, persone che hanno avuto una depressione nel corso della loro vita avranno più probabilità di soffrirne nel post partum, familiarità psichiatrica, essere molto giovani, conflittualità di coppia, recenti eventi di vita stressanti come per esempio perdere una persona cara durante la gravidanza, problemi economici e mancanza di sostegno sociale.

L’individuazione precoce dei disturbi del post-partum è essenziale per il benessere della neomamma, del suo bambino, dell’intero nucleo familiare e delle altre persone che stanno loro vicino.

E’ proprio grazie alla prevenzione e all’intervento precoce che si pongono le basi per una relazione sana con il proprio bambino e quindi una crescita, non scevra da difficoltà, ma il più possibile serena.

I disturbi dell’umore nel periodo del puerperio meritano attenzione clinica sia per la sofferenza, sia per tutte le ricadute che comportano.

Winnicott, illustre Pediatra e Psicoanalista, affermava che “Vi sono persone che rimangono colpite quando scoprono che un neonato non suscita in loro solo sentimenti d’amore”.

E’ fondamentale essere a conoscenza del fatto che ci si può sentire inadeguate, impotenti, in colpa, arrabbiate, esauste ma questo non significa essere delle “cattive” madri e non ci si deve sentire sbagliate per questo.

Il sostegno psicologico, l’ascolto ed il rispetto dei propri vissuti e sensazioni risulta essenziale per la futura o neomamma.

Le incertezze, le preoccupazioni per il modificarsi delle relazioni, se lasciati “covare” dentro di sé possono turbare la “dolce attesa” rendendola così non tanto dolce.

In questi casi è fondamentale non isolarsi ma parlare, se possibile rendendo anche partecipe il partner,  con un professionista, che attraverso una relazione accogliente, possa aiutare la donna a capire cosa sta accadendo e come superare le difficoltà al fine di riuscire a vivere il più possibile serenamente e autenticamente l’esperienza della maternità.

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Per supporto psicologico online:

Dott.ssa Jessica Combi
Psicologa e Psicoterapeuta

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